Il Syrah o Shiraz è un vitigno a bacca rossa dalle origini controverse: alcuni, infatti, ritengono che la sua provenienza sia l'Iran presso la città di Shiraz, mentre altri pensano che le sue radici storiche siano legate al territorio di Siracusa, dal quale si sarebbe poi disperso per poi essere reintrodotto in Italia dalla vicina Francia (continua)
Il Syrah o Shiraz è un vitigno a bacca rossa dalle origini controverse: alcuni, infatti, ritengono che la sua provenienza sia l'Iran presso la città di Shiraz, mentre altri pensano che le sue radici storiche siano legate al territorio di Siracusa, dal quale si sarebbe poi disperso per poi essere reintrodotto in Italia dalla vicina Francia. Il Syrah dà un vino di colore rosso rubino dalle sfumature violacee e dal profumo intenso e fruttato con sentori di piccoli frutti neri e spezie, tra le quali appare evidente il pepe nero; in bocca presenta una buona struttura e persistenza, è morbido e abbastanza fresco con una media tannicità. Questo vitigno viene ad oggi coltivato in quasi tutto il territorio vitivinicolo mondiale, anche se le sue espressioni migliori provengono dalle appellations Côte-rôtie, Hermitage e Saint Joseph della valle del Rodano in Francia; in Italia viene coltivato in Toscana (con i migliori risultati nella D.O.C. Cortona), nel Lazio (Agro pontino), in Puglia (Syrah del Tarantino IGT), in Piemonte con la DOC Sirah ed in Sicilia. Soprattutto quest'ultima regione ha saputo meglio interpretare il vitigno Syrah in Italia, vinificandolo in uvaggio con il Nero d'Avola, ottenendo vini morbidi e speziati molto richiesti dal mercato internazionale.
Il Syrah rappresenta un vino tra i più commerciali e venduti, grazie alle sue caratteristiche di forte aromaticità e di facilità di produzione. Inizialmente veniva chiamato Serine o Serene e veniva spesso scambiato con le Mondeuse, che per molto tempo è stato denominato Grande Syrah. In zone lontane, come l'Australa o il sud Africa, esso viene chiamato Shiraz. Il suo nome attuale è relativamente recente, risale infatti all'inizio del 1800, quando cominciarono ad arrivare le filossere nei vitigni francesi e si svilupparono collezioni ampelografiche comprendenti un'ampia varietà di vitigni.
Nonostante questo sia un vino molto adattabile e che riesce a essere prodotto in quasi tutto il mondo, è l'Italia ad offrire una straordinaria intensità e diversità. La regione in cui le condizioni pedo-climatiche sono risultate eccellenti e la Sicilia, dove, com'è noto, avviene la produzione più massiva. E' proprio in questi vigneti, infatti, che le caratteristiche tipiche del Syrah si fondono in un unico insieme per dare vita ad un vino corposo, morbido e denso, in cui l'intensità donata dai tannini risente anche di note aromatiche provenienti dal legno. Si avvertono anche l'aroma speziato, le note di more e prugne che possono essere accompagnate anche da cacao amaro, liquirizia e caffè. A volte il vino viene mescolato con altri di tipo autoctono come il Nero d'Avola o il Merlot, al fine di diminuire il loro forte carattere selvatico.
Un fattore importante e da non sottovalutare durante la sua produzione è la quantità di raccolto che si può avere. Infatti, essendo il terreno di coltura molto fertile, il vigneto attecchisce rapidamente e comincia a proliferare, dando vita a una produzione fin troppo abbondante. Anche se inizialmente questo può apparire come un pregio, in realtà non lo è, in quanto può pregiudicare la qualità del vino. Per evitare questo problema spesso si procede con il diradamento dei grappoli.
C'è anche da notare come la straordinaria adattabilità ambientale dei vitigni di Syrah, gli ha consentito di sviluppare una grande resistenza, andando ad aumentare la loro longevità e la capacità di sopportazione di stress ambientali come la mancanza di acqua o le scarse condizioni termiche o territoriali.
Durante la sua coltivazione, per avere un raccolto ottimale sono molti i fattori che devono essere curati, come ad esempio scegliere il giusto ceppo da impiantare, il sistema di coltivazione e d'impiantamento utilizzati ma soprattutto, il fattore più importante è il sistema idrico. Infatti, anche se ci sono diverse scuole di pensiero riguardo alla quantità di acqua da utilizzare nella parte finale della maturazione, in genere bisogna sottoporre il vigneto a stress idrico nelle ultime settimane di lavorazione, in questo modo comincia un raggrinzimento del frutto e al suo interno, lo zucchero comincia a concentrarsi, aumentando il suo quantitativo. L'acino di uva in questo modo può arrivare a perdere fino al 20-30% del suo peso totale ma è proprio in queste condizioni estreme che si vanno a formare dei composti chimici, chiamati fenoli come le antocianine e i tannini, che sono responsabili delle caratteristiche organolettiche che rendono il Syrah così particolare e unico nel suo genere.
Le caratteristiche organolettiche del Syrah sono: il colore, che appare rosso scuro, con tendenza al granato e una pigmentazione simile all'inchiostro; l'aroma, che è il suo punto forte, deve contenere accenni di pepe, cacao, note di more e mirtilli, in alcuni casi anche liquirizia, ribes e spezie; il gusto al palato deve risultare caldo e vellutato, corposo e tannico. Occorre avvertirne la densità e un retrogusto di prugna, cioccolato e menta tipico.
Date le sue caratteristiche speziate e la sua complessità, il Syrah è particolarmente adatto per accompagnare antipasti a base di formaggi e salumi, anche piccanti; primi piatti elaborati come zuppe o minestre, lasagne, pasta asciutta o polenta; secondi a base di carne bovina, selvaggina, anatra e carne bianca come agnello o coniglio.
Il Syrah è un vino che va servito in calici ampi, a una temperatura ottimale che si aggira intorno ai 16-18 gradi, mentre le bottiglie più pregiate possono essere servite anche intorno ai 20 gradi.
Le sue origini sono complesse, molto antiche e ancora oggi ampiamente dibattute.
C'è, infatti, chi sostiene che il vitigno abbia avuto origini nella città di Shizan, in Iran, e chi sostiene che invece sia stato creato a Siracusa, da cui ha preso il nome, per poi essere diffurso nel mondo e solo in un secondo momento riportato in Italia dai cugini francesi.
Molti storici ritengono che sia stato creato in Medio Oriente, dove in effetti ha avuto origine l'arte vinicola, secondo altri sarebbe stato creato in Egitto, dove già la regina Cleopatra ne sarebbe stata una grande estimatrice; da lì, tramite Probo, dovrebbe essere stato portato prima in Sicilia, a Siracusa, e subito dopo in Gallia.
In realtà, esistono tracce dell'esistenza del Syrah già nel 1224, quando il nobile Gaspard de Steinberg, portò con sè il vino mentre tornava dalle Crociate, trasportandolo da Cipro verso la regione di Tain, che si trova nella parte centrale del Rodano: egli si fermò in una cappella dedicata a San Cristoforo, impiantandoci un vigneto grazie a delle talee che aveva portato nella sella del suo cavallo. Questa origine storica è stata verificata e risulta plausibile, in quanto il percorso fatto è simile a quello di altri due vitigni (quelli della Mondeuse e dell'Altesse) che tramite i Savoia furono fatti arrivare a partire dalla metà del 1300 e dotati caratteristiche non troppo diverse dal Furmint, un altro tipo di vitigno che pure fu portato da Cipro in Ungheria tramite i Cavalieri Templari.
Inoltre, importanti autori latini e greci come Plutarco, Marziale e Plinio il Vecchio, hanno fatto spesso riferimento nelle loro opere a un vino rosso scuro, dal sapore cangiante che veniva prodotto a partire da un vitigno basato su uva nera e chiamato Vitis Allobrogica o Picata. Questa pianta presentava una particolare caratteristica: quando spostata dal suo territorio natale, perdeva le proprie qualità.