Lo Schioppettino è una varietà di uva dalla pelle scura nativa del Friuli-Venezia Giulia. La varietà cresce particolarmente bene intorno alle zone collinari di Cialla e Prepotto, sulle rive dello Judrio, dove viene coltivata da secoli ed è utilizzata anche nelle miscele, il più delle volte con l'altrettanto affascinante Refosco dal Peduncolo Rosso. (continua)
Lo Schioppettino è una varietà di uva dalla pelle scura nativa del Friuli-Venezia Giulia. La varietà cresce particolarmente bene intorno alle zone collinari di Cialla e Prepotto, sulle rive dello Judrio, dove viene coltivata da secoli ed è utilizzata anche nelle miscele, il più delle volte con l'altrettanto affascinante Refosco dal Peduncolo Rosso. La maggior parte dei vini Schioppettino sono di medio corpo e tannini sottili, colore profondo rosso rubino, aromatici al naso (viola e frutti rossi) e piccanti e terrosi al palato. Lo Schioppettino di Prepotto DOC è prodotto come un vino rosso asciutto con il 100% di uve Schioppettino. Nella zona dei Colli Orientali del Friuli, che segnano il confine tra Italia e Slovenia, a ridosso delle Prealpi Giulie, il terreno è il risultato di un secolare processo di sedimentazione che ha dato origine ad un suolo arenario e marnoso, per natura vocato alla viticoltura. Uno dei sinonimi regionali per lo Schioppettino è Pocaza o Ribolla Nera, perché si ritiene sia un parente dalla pelle scura del più noto Ribolla Gialla. Le moderne tecniche ampelografiche e il test del DNA non hanno ancora dimostrato questa convinzione, ma il sinonimo rimane comunque nella comune denominazione.
Il vitigno Schioppettino nasce e cresce in una zona geografica dalle caratteristiche precipue, dove il clima e le qualità specifiche del terroir permettono la realizzazione di uve di eccellenza. Le buone escursioni termiche tra il giorno e la notte, la protezione dai venti freddi del nord data dalle Prealpi Giulie e l'azione mitigatrice dell'Adriatico, che si trova poco distante, rendono le colline del Prepotto l'ambiente ideale per la viticoltura. Il vitigno Schioppettino prevede una maturazione tardiva ed il periodo di vendemmia avviene solitamente intorno alla prima decade di Ottobre. La zona di coltivazione comprende un territorio ristretto dei Colli Orientali del Friuli ed una piccola porzione in Slovenia, appena dopo il confine italiano. Il terreno migliore per la coltivazione dello Schioppettino sono i suoli caratterizzati dalla presenza di marna eocenica ed argille calcaree, quali sono le zone che circondano la collina di Prepotto. Gli acini dello Schioppettino sono di colore viola, hanno grandi dimensioni e presentano una buccia spessa e soda, mentre la vite ha tralci imponenti e forti con foglie piuttosto grandi. La punta e le ali del grappolo vengono tagliate per aumentare il grado zuccherino e migliorare la colorazione degli acini. Nel 2004, per tutelare l'eccellenza di queste uve e del marchio del vino da loro prodotto, è stata istituita un'Associazione di produttori dal nome 'Lo Schioppettino di Prepotto' che comprende le principali Aziende vitivinicole e le Cantine storiche del territorio. In questo modo si fornisce una chiara catalogazione dei vigneti, per preservarne l'integrità e salvaguardarne il patrimonio genetico di qualità. Gli enologi, inoltre, ricercano una maggiore caratterizzazione del prodotto per ottenere la fiducia del consumatore che vuole approcciarsi a questo vino regionale.
La denominazione Friuli Colli Orientali è riferita ai diversi vitigni in base alla sottozona di coltivazione e produzione dei vini, di cui fanno parte numerosi importanti nomi quali Chardonnay, Malvasia, Cabernet, Ribolla gialla, Verduzzo, Refosco dal Peduncolo Rosso. Per quanto riguarda la vinificazione dello Schioppettino, essa è molto variabile e dipende dal tipo di risultato che si vuole ottenere. Alcuni produttori tendono a lasciare il vino in botti di acciaio, altri, invece, fanno passare lo Schioppettino in barrique da 225 litri per qualche mese (fino ad un anno circa) prima di imbottigliarlo. Coloro che seguono le tecniche più tradizionali propendono per la surmaturazione delle uve, che consiste nel tenere i grappoli in un luogo asciutto e fresco per almeno due settimane per fare sì che rilascino una percentuale d'acqua a favore di un maggior grado alcolico finale del vino, rendendolo in questo modo più adatto all'invecchiamento.
Spezzatino di vitello, carni allo spiedo e selvaggina sembrano essere le pietanze più frequentemente abbinate allo Schioppettino. Qualcuno sostiene che il miglior modo per esaltare i sapori delle pietanze locali e dei piatti tipici friulani sia quello di accompagnarli con lo Schioppettino, che non presenta tannini pronunciati. Tra questi non bisogna dimenticare i formaggi a media stagionatura prodotti dai caseifici del territorio e i primi piatti a base di ragù. Qualcuno eleva lo Schioppettino a vino da meditazione per la sua schiettezza.
Schioppettino è in uso viticolo almeno dal 13° secolo secondo le testimonianze ritrovate presso l'Archivio del Castello di Albana. E' rimasto popolare in Friuli fino alla metà del 1800, quando è stato colpito duramente, prima con l'arrivo dell'oidio dalle Americhe nel 1850 e poi a causa dall'epidemia della fillossera nel 1860. Le speranze di essere ripreso in quel periodo furono vanificate dalle due guerre mondiali, durante le quali i viticoltori furono costretti ad abbandonare le loro vigne per andare a combattere. Inoltre, molti viticoltori si orientarono maggiormente verso vitigni internazionali in sostituzione di quelli autoctoni, in quanto offrivano rese migliori ed erano più facilmente commercializzabili. Intorno al 1960 si potevano contare meno di 100 viti di Schioppettino sparse in tutto il Friuli orientale. La salvezza arrivò nei primi anni del 1970, quando Paolo Rapuzzi fondò la cantina Ronchi di Cialla ed iniziò la ricerca dei vitigni autoctoni friulani per la sua vigna, segnando la sua rinascita. A quel punto, la varietà era stata così a lungo dimenticata da non essere neppure riconosciuta né consentita per la produzione vinicola da parte della legge italiana.
Salvato dall'estinzione, lo Schioppettino nel 1989 è stato tutelato con la DOC Colli Orientali del Friuli ed ha presto riguadagnando il rispetto e il riconoscimento che aveva una volta. Ci sono spiegazioni diverse riguardanti l'origine del nome Schioppettino. Alcuni dicono che derivi dalla parola italiana scoppiettare, in riferimento ad una versione del vino che viene effettuata localmente e venduta molto giovane con qualche CO2 residuo, lasciando che piccole bollicine scoppiettino sulla lingua. Altri sostengono che questo termine derivi dalla croccantezza degli acini, che schioccano in bocca all'atto della masticazione. Altri ancora fanno riferimento alle tradizionali tecnologie di imbottigliamento non rifinite che, procurando una seconda rifermentazione in bottiglia, causano un fragoroso 'schioppo' del tappo. Qualcuno, infine, fa risalire l'origine del nome al termine slavo 'Pokalca', che significa, appunto, 'scoppietta'.