Il vino Passerina, derivante dall'omonimo vitigno a bacca bianca, autoctono delle Marche, dopo diversi decenni in cui era stato del tutto dimenticato, viene riscoperto solo ultimamente, dopo anni di crisi, e dopo essere stato sostituito, spesso, dal Trebbiano toscano. (continua)
Il vino Passerina, derivante dall'omonimo vitigno a bacca bianca, autoctono delle Marche, dopo diversi decenni in cui era stato del tutto dimenticato, viene riscoperto solo ultimamente, dopo anni di crisi, e dopo essere stato sostituito, spesso, dal Trebbiano toscano.
Il vitigno denominato "Passerina", deriva il suo nome dalle dimensioni, molto piccole, degli acini e dal fatto che i passeri, andandoli a beccare, manifestano una predilezione e golosità per queste uve, caratterizzate da una polpa gustosa e dolce e da una buccia pruinosa, spessa, consistente e si colore virante al giallo. Presenta una foglia di grandezza media e forma pentagonale, pentalobata. Il grappo si presenta medio-grande, di forma sia conica che piramidale, abbastanza compatto e, a volte, alato, in base alle sotto-varietà.
Per questo motivo, da questo vitigno, si ottiene un vino bianco, di colore giallo paglierino, dai riflessi dorati e, a tratti, ambrati. Al naso appare fruttato, con note floreali e tropicali e, per questo motivo, si presta alla spumantizzazione.
Nella tipologia "Passerina", il vino che ne deriva è composto, per almeno l'85%, dall'omonimo vitigno e, come detto, è un vino bianco che ben si adatta anche alla spumantizzazione. Si può trovare, però, anche come vin santo. La vendemmia viene eseguita a mano mentre il vino è ottenuto con la classica tecnica della vinificazione in bianco ovvero: passatura del grappolo intero, prelievo del mosto ottenuto dopo due cicli di pressatura, pulizia del mosto per decantazione statica a freddo, fermentazione a temperatura controllata. La maturazione del vino avviene, poi, in serbatoi di acciaio, per circa tre mesi, mentre la successiva stabilizzazione viene praticata mediante refrigerazione a -4 gradi, per circa una settimana.
Essendo un bianco si abbina benissimo agli aperitivi, come le classiche olive farcite all'ascolana e, ovviamente, anche alla cucina di mare, come antipasti e zuppe di pesce, molluschi e crostacei. Essendo un vino elegante e molto piacevole, dal gusto morbido, fresco, equilibrato ed armonico, si accompagna, inoltre, a minestre di verdure e formaggi di media struttura, per lo più speziati, grazie al suo caratteristico odore intenso di fiori bianchi e frutta gialla matura.
La denominazione DOC del vitigno Passerina, avviene solo ultimamente, nel 2001 quando, come anticipato in precedenza, viene riscoperto. Il nome, oltre al comune dire popolare, prende il nome da un antico comune della Provincia di Ascoli Piceno, già famoso per lo storico carnevale. La zona marchigiana di coltivazione comprende, prevalentemente, la zona sud della regione, confinante con l'Abruzzo e il Lazio, abbracciando fino a 22 comuni situati nella zona collinare compresa tra i fiumi Aso e Tronto.