Il Nebbiolo é un vino rosso tipico del Piemonte, che fonda le sue origini nella provincia di Cuneo. La Denominazione di Origine Controllata (DOC) giunge nel 1970, grazie alle peculiarità conferite dal perfetto connubio tra tecniche di coltura dei vigneti e territorio. (continua)
Il Nebbiolo é un vino rosso tipico del Piemonte, che fonda le sue origini nella provincia di Cuneo. La Denominazione di Origine Controllata (DOC) giunge nel 1970, grazie alle peculiarità conferite dal perfetto connubio tra tecniche di coltura dei vigneti e territorio.
Le caratteristiche organolettiche di questo vino sono rinomate e piuttosto riconoscibili. All'esame visivo appare di un rosso tendente al granato con delicate sfumature color arancio, nel complesso un aspetto estremamente elegante. L'analisi olfattiva restituisce fragranze intense e raffinate; all'inizio si percepisce un deciso profumo di lampone e ciliegia, diviene presto una fragranza di fragole selvatiche e gerani. È percettibile al naso una gradevole nota di sottobosco, di viole e di prugne. Un'attenta degustazione porterà a sentire un profumo di spezie aromatiche, di vaniglia e cannella.
All'esame gustativo il Nebbiolo risulta vellutato ma al contempo secco, il sapore è caldo, molto pieno; il retrogusto è tannico, aromatico e persistente. Certamente non delude nell'equilibrio che risulta perfetto tra corposità del vino, acidità e tasso alcolico, che è di 12 gradi dopo almeno un anno di invecchiamento.
Il Nebbiolo ha origine dalla vite dell'omonimo vitigno, le uve vinificate al 100% concorrono anche alla produzione del cosiddetto Principe del Piemonte, il Nebbiolo d'Alba puro DOC. Si tratta di un vitigno a bacca nera molto particolare, caratterizzato da acini con una pellicola ricca di pruina e in grado di trasformare il tipico colore rosso tendente al nero in un delicato grigio fumo.
La maturazione è lenta e giunge a compimento intorno alla metà di novembre; questo costringe a una vendemmia complessa perché si effettua durante un periodo autunnale caratterizzato da fitte nebbie.
La vite del Nebbiolo si riconosce dalle foglie di media grandezza, molto verdi, a tre o cinque punte ricurve. Il fatto di pendere verso il basso agevola lo scivolamento dell'acqua condensata durante i periodi d'intensa nebbia. Il grappolo è di forma tubolare solo quando è completamente maturo, mentre gli acini sono sferici e decisamente succosi, dal gusto dolce perché ricchi di saccarosio naturale.
A livello puramente ampelografico questo vitigno si può considerare vigoroso e dalla buona produttività. Tuttavia richiede una coltivazione complessa a causa di esigenze legate alla terra, che non deve essere eccessivamente asciutta, e all'esposizione, che dev'essere piuttosto luminosa.
Le tecniche di vinificazione sono consentite esclusivamente nelle zone di produzione di Cuneo, Asti e Torino. Dopo la vendemmia delle uve si procede con la diraspatura e relativa pigiatura. Terminate queste operazioni si deve attivare la fermentazione alcolica. Per questo vino si tratta di un processo affascinante, perché se la temperatura del mosto è costante fra i 13 e i 17 gradi centigradi, la trasformazione alcolica delle uve nebbiolo inizia da sola. La fermentazione avviene o in tini di legno di diverse dimensioni, mai inferiori a 30 ettolitri e mai superiori a 80 ettolitri, oppure in vasche d'acciaio poste in verticale. Il periodo di macerazione dura da 10 a 30 giorni, mentre la trasformazione malolattica si effettua in due modi diversi, secondo le cantine vinicole produttrici. Il primo metodo si attua subito dopo la fermentazione alcolica e consiste nello scaldare il mosto in particolari vasche regolate a una temperatura di 20°C. Il secondo metodo prevede di aspettare la successiva primavera, attendendo che la temperatura ambientale aumenti da sola e in modo progressivo, alle volte, fino all'estate.
Una grande cura viene riservata ai cristalli di tartrato che si formano quando le temperature sono troppo basse; qualora accada, questi vengono eliminati con appositi travasi per evitare che residuino sul fondo della bottiglia.
Il periodo massimo di affinamento di questo vino rosso è di 5 anni.
La temperatura di servizio idonea è compresa tra i 16° e i 18°C; per un vino così corposo, si rivela molto importante il bicchiere da degustazione che dev'essere un calice della giusta ampiezza e altezza. Il Rodano si adatta perfettamente grazie a una forma panciuta che si assottiglia verso il bordo consentendo al complesso bouquet di esaltarsi in tutta la sua intensità. Il Nebbiolo è un vino rosso che si presta a diversi abbinamenti culinari, i migliori sono certamente i piatti dal sapore deciso. Tra i primi troviamo le tagliatelle e, in generale, la pasta all'uovo condita con sughi forti come la cacciagione, o il tartufo. I risotti sono un'altra specialità gradevole se accompagnata a un bicchiere di Nebbiolo: risotti con sugo di carne, ma anche quelli conditi con formaggi stagionati e fusi, il gorgonzola è uno dei migliori incontri enogastronomici. L'eccellenza e la corposità di questo vino si presta anche a perfetti abbinamenti con i secondi piatti. Un connubio ottimale si ottiene insieme al pollame, al bollito di vitello, alla cacciagione, al cinghiale e al fagiano. Ottimo con il tacchino ripieno di castagne e rosmarino, o di verdure, piatti locali piemontesi davvero tipici.
Per assaporare tutto l'equilibrio tra grado alcolico e pastosità del Nebbiolo, c'è un abbinamento culinario suggerito dagli esperti che prevede un bicchiere di questo eccellente vino rosso ad accompagnare un piatto di polenta e salsiccia.
Il nobile Nebbiolo è da sempre considerato uno dei più importanti vini rossi del Piemonte.
La sua zona di produzione ha un'estensione che inizia ad Alba e termina nelle Langhe. Gli esperti in materia, indicano proprio nelle Langhe l'origine del Nebbiolo, tuttavia proprio negli ultimi anni questa teoria sembra ribaltarsi grazie a rinvenuti documenti del '1200. In queste carte si citano delle colture di uve Nebbiolo in zone come Torino, Monginevro e Pinerolo. Una teoria che convince, vista la presenza dei Conventi che avevano il preciso scopo di servire ai viandanti come luogo di scambio commerciale, intorno ai quali prolificavano i vigneti.
È interessante la derivazione del nome "Nebbiolo", certamente legata alla nebbia che caratterizza i paesaggi sui quali sorgono questi vigneti. C'è anche chi asserisce che il nome abbia origine dalla pruina che si deposita sugli acini formando una pellicola molto simile alla nebbia.
Il territorio è prevalentemente collinare e composto da rocce argillose e calcaree di stampo sedimentario, intervallate da strati di sabbia. Il clima è mite, di tipo continentale, caratterizzato da un sole che offre la giusta dose di luminosità richiesta dai vigneti del Nebbiolo.