Il Montepulciano è una delle uve più importanti del centro Italia da cui prende nome il vino Montepulciano d'Abruzzo (continua)
Il Montepulciano d'Abruzzo è un vino DOC di bacca rossa, tipico della regione Abruzzo e dalle origini antiche. Viene prodotto in tutte le province abruzzesi come l'Aquila, Teramo, Pescara e Chieti.
Le caratteristiche ampelografiche del vitigno prevedono una foglia di grandezza media e di colore verse scuro; il grappolo appare di dimensioni standard, con una formula conico-cilindrica e compatta; l'acino presenta un colore nero con riflessi viola, una forma regolare e tondeggiante e una buccia mediamente spessa, pruinosa e con un succo denso e di colore rosato. I tempi di coltivazione prevedono un germogliamento tardivo, con una produzione quantitativamente media e una pianta che si mostra abbastanza robusta e longeva. I terreni di coltura mostrano diverse caratteristiche ma questo non inficia la sua produzione, anzi ogni vigneto presenta caratteristiche proprie che influiscono sulle capacità organolettiche, rendendo il suo sapore particolarmente aromatico.
Le zone che attualmente sono più interessate alla sua produzione, sono la Valle Peligna, nel versante orientale del Gran Sasso e nel Teramano. Inoltre, esso viene anche coltivato in Umbria e in diverse zone collinari della costiera adriatica. Fino a qualche decennio fa, veniva curato maggiormente l'aspetto quantitativo della produzione, ma negli ultimi anni c'è stata un'enorme rivalutazione dello stesso, con una esaltazione delle sue qualità. Tramite diverse sperimentazioni, quindi, si è arrivati a mettere a punto vigneti che producono un vino dalla grande potenza espressiva, con un delicato equilibrio di tannini morbidi e fitti, frutti rossi e un'alta gradazione alcoolica. Questo sono quindi i caratteri distintivi del Montepulciano d'Abruzzo, il quale viene prodotto anche in una variante bianca di uguale importanza, denominata Cerasuolo, che è un vino DOC rosato. Il Montepulciano d'Abruzzo è un vino DOC, ottenuto con l'85% di Montepulciano e il resto è vino che proviene da altri vitigni regolarmente autorizzati.
Le sue caratteristiche gli consentono di adattarsi piuttosto bene a suoli diversi, sviluppando su ognuno caratteristiche proprie che lo rendono nel complesso, unico. Viste le sue caratteristiche, rappresenta spesso la base per andare ad esaltare gli aromi di altri vini e infatti, con la sua aggiunta si possono creare almeno 4 vini DOCG e un numero ancora maggiore di vini DOC.
Dal colore rosso rubino intenso e scuro; a seconda del grado di invecchiamento può presentare delle venature di un brillante granata. Il profumo sprigiona un delicato aroma fruttato, che riporta alla mente mirtilli, ribes o uva spina. Il sapore è asciutto, caldo e gradevole, non troppo intenso, con un retrogusto speziato la cui consistenza cambia in funzione dell'invecchiamento. Al palato si possono avvertire note di amarena, ciliegia e frutti di bosco, con un retrogusto mandorlato di un accenno di tabacco e cuoio. Appare avvolgente al palato, con un gusto che permane a lungo e che sottolinea un delicato equilibrio tra i tannini, che sono presenti in minima parte, con una piccola percentuale di alcool. Di conseguenza, appare chiaro come il Montepulciano sia un vino leggero, ottimo per accompagnare antipasti e pietanze anche elaborate, in modo da riuscire a esaltare i sapori del piatto senza mai sovrastarlo nè risultare eccessivamente pesante.
I migliori abbinamenti prevedono come antipasti, per esempio, dei formaggi a pasta dura e stagionati, delle terrine di selvaggina, pasticci di carne o patè rustici; primi piatti anche elaborati come timballi o ravioli, risotti e pasta con sughi di carne; i secondi possono variare da carne bianca, come l'agnello o il coniglio al forno, carne bovina grigliata.
Quando il vino è invecchiato, si associa bene a formaggi a lunga stagionatura e piatti a base di carne più complessi come ossobuco o anatra in casseruola; inoltre è il vino ideale da presentare con la carne cosiddetta nera, ossia selvaggina da pelo, come per esempio il cinghiale o la lepre. La temperatura a cui va servito di aggira intorno ai 14-15 gradi, mentre i vini più invecchiati possono rimanere intorno ai 18-20 gradi. Temperature inferiori sono sconsigliate in quanto andrebbero ad alterare le proprietà organolettiche del vino.
Il Montepulciano rappresenta uno dei vini di più antica produzione ma di cui sono presenti notevoli riferimenti storici, grazie ai quali è stato possibile ricostruire la sua storia. Infatti, sono state trovate tracce risalenti al VII secolo a.C., quando si cominciò a coltivare la vigna con la tecnica della vite maritata. Riferimenti ufficiali al Montepulciano sono stati fatti da Polibrio, storico greco vissuto nel II a.C., che scrisse un memoriale, chiamato Storie, in cui, descrivendo le Guerre Puniche, citò questo vino come un potente rinvigorente del corpo e dello spirito dei temprati guerrieri di Annibale, i quali erano arrivati in Abruzzo discendendo l'Italia. Altri personaggi storici illustri lodarono le qualità del Montepulciano, come Plinio, Marziale e anche il grande Ovidio, che in Abruzzo ci nacque, definì la sua terra come particolarmente feconda di uva e adatta alla sua coltivazione. Il periodo delle invasioni barbariche segnò un cospicuo rallentamento nella sua produzione, la quale migliorò sensibilmente solo verso la fine del Medioevo. Infatti, gli Statuti cittadini de l'Aquila, intorno al 1350, dedicano interi capitoli al commercio di vino che si teneva all'epoca. La produzione cominciò a riscuotere un discreto successo, stabilizzandosi, tanto che, verso la fine del '500, fu Serafino Razzi a raccontare del grande commercio di vino che veniva fatto. Principalmente esso veniva trasportato via mare verso la Repubblica di Venezia.
Anche il filosofo Andrea Bacci descrive nelle sue opere quanto la vinicoltura avesse preso piede nella regione. In realtà, la prima chiara denominazione di Montepulciano d'Abruzzo la si riscontra in un saggio scritto dal napoletano Michele Torcia e che risale al 1792. Fino a quel momento, infatti, la vinicoltura abruzzese si era basata su precursori che utilizzavano l'uva per il trebbiano e il moscato. Da quel momento in poi, invece, il Montepulciano d'Abruzzo comincia la sua storia, anche se è stato messo sempre a paragone con il corrispettivo Sangiovese, a dimostrazione dello stretto legame che c'era tra l'Abruzzo e la Toscana in quel particolare momento storico. Il nome, infatti, richiama una città toscana e più di un esperto sostiene come proprio da Montepulciano l'uva sia stata introdotta in seguito nel territorio abruzzese, per poi trovare terreno fertile ed espandere la propria produzione. Si pensa che furono dei taglialegna che viaggiavano tra la Toscana e l'Abruzzo i responsabili dell'importazione delle vigne.