Il vino Marsala è il più vecchio tra i vini italiani e il primo ad avere ottenuto nel 1969 il marchio D.O.P.. Il suo nome deriva dall'omonima città siciliana nei pressi di Trapani. Le sue origini risalgono al 1773 e originariamente la sua produzione fu incentivata dal suo scopritore, il mercante inglese John Woodhouse, che lo esportò in Inghilterra. (continua)
Il vino Marsala è il più vecchio tra i vini italiani e il primo ad avere ottenuto nel 1969 il marchio D.O.P.. Il suo nome deriva dall'omonima città siciliana nei pressi di Trapani.
Le sue origini risalgono al 1773 e originariamente la sua produzione fu incentivata dal suo scopritore, il mercante inglese John Woodhouse, che lo esportò in Inghilterra. Oggi è conosciuto in tutto il mondo e se ne producono oltre 8 milioni di litri, di cui il 25% è riservato all'esportazione.
Le caratteristiche del vino Marsala sono fissate dalla legge n. 851 del 28 novembre 1984.
Il vino Marsala ha una gradazione minima di 17 gradi e in alcune varietà può superare i 18 gradi. A seconda del contenuto zuccherino può essere dolce, secco o semisecco. Dal tempo di invecchiamento deriva la denominazione "Fine", con periodo di affinamento non inferiore ad un anno; "Superiore", con un periodo di affinamento non inferiore a due anni; "Riserva", con un periodo di affinamento non inferiore ai quattro anni. Tra le qualità superiori vi è il Garibaldi Dolce, dedicato all'eroe dei due mondi per ricordare il gradimento da lui espresso la notte dello storico sbarco, quando gli fu fatto assaggiare il vino.
La differente lavorazione delle uve di base determina le tonalità oro, ambra e rubino.
L'invecchiamento avviene esclusivamente in botti e tini di legno di rovere.
Secondo le direttive di legge, la produzione e l'imbottigliamento può avvenire solo nel territorio della provincia di Trapani, con esclusione delle isole e della città di Alcamo.
Oggi il Marsala è annoverato tra i quattro migliori vini da dessert al mondo.
Le uve utilizzate per la produzione del vino Marsala discendono direttamente dalle viti importate in Sicilia dai Greci nell'VIII secolo a.C..Alcuni antichi procedimenti vengono impiegati tuttora, ad esempio la tecnica "ad alberello" che consiste nel non lasciare crescere le piante più di 70-80 cm per favorire una maggiore concentrazione di zucchero e un'elevata gradazione alcolica.
Le uve bianche dei pregiati vitigni Grillo, Catarratto, Damaschino e Inzolia generano i Marsala oro e ambra. I vitigni Pignatello, il Nero d'Avola e il Nerello Mascalese, mescolati con le uve bianche per una percentuale massima del 30%, originano il Marsala rubino.
La vinificazione avviene nei tradizionali stabilimenti, detti "baglio", cioè cortile in dialetto. Essi comprendono dei magazzini larghi 12 m disposti attorno a un cortile rettangolare, e accolgono quattro serie di botti da 20-25 ettolitri. La vendemmia delle uve Grillo e Catarratto avviene entro la prima decade di settembre, mentre quella delle uve Inzolia e Damaschino entro i primi quindici giorni.
Le uve, accuratamente selezionate, passano alla spremitura. Dalla fermentazione del mosto ottenuto si ricava un vino base molto robusto e corposo che deve avere una gradazione minima di 12 gradi.
Il Marsala può essere vergine o conciato. La concia consiste nell'aggiunta di mosto cotto, che conferisce la delicata consistenza vellutata e la colorazione ambrata; di alcol o acquavite di vino per aumentare la gradazione; di "sifone" o "mistella", un mosto ottenuto dalla vendemmia tardiva delle uve Grillo ben mature, che conferiranno la dolcezza. Questo mosto viene depositato nelle botti insieme ad alcol per bloccarne la fermentazione.
Prima di passare all'imbottigliamento, i vini vengono sottoposti a filtrazione e refrigerazione.
Il Marsala vergine è prodotto solo da uve bianche e secondo il metodo d'invecchiamento "soleras" o "taglio", la tecnica usata dagli antichi contadini marsalesi quando preparavano il loro vino migliore, il Perpetuum. Il taglio consiste nel travasare a intervalli regolari, una determinata quantità di vino nuovo nelle botti in cui riposa il vino più vecchio. Il particolare sapore è il risultato dell'amalgama di vini di diverso invecchiamento. Oggi con questa antica procedura viene prodotto il Marsala Soleras.
Il Marsala, in virtù del suo gusto dolce e liquoroso, è un elegante vino da gustare come aperitivo o come accompagnamento del dessert, e in alcuni menù può sostituire il tradizionale sorbetto.
Può essere servito freddo o caldo e risulta gradevole al palato anche a temperatura ambiente.
Oltre che a tavola, il vino Marsala trova ampio impiego anche in cucina in ricette raffinate a base di carne sia rossa che bianca o nell'alta pasticceria. Tradizionalmente viene utilizzato nella preparazione dei tipici dolci siciliani: i cannoli e la rinomata cassata con la ricotta.
Come aperitivo è indicato il Marsala secco. Il Marsala vergine è ottimo sia come aperitivo che per accompagnare pesce affumicato e formaggi stagionati, mentre i formaggi freschi vanno accompagnati con il Marsala giovane. I vini Marsala vanno serviti rigorosamente nel bicchiere a tulipano a stelo alto.
Le uve che diventeranno vino Marsala maturano nel clima caldo e arido della Sicilia occidentale, in un territorio lussureggiante di vigne e vegetazione spontanea tipico della provincia trapanese. Qui, nei paesi dell'entroterra, quasi ogni abitazione ha davanti una vite, simbolo di abbondanza, ed è ancora viva l'antica consuetudine di coltivare il proprio vigneto per uso esclusivamente personale.
Il Marsala deve la sua fortuna al mercante britannico John Woodhouse che casualmente, in seguito a un naufragio, si trovò a soggiornare a Marsala, città da cui l'originario vino siciliano prese poi il nome attuale.
Si racconta che a Woodhouse, com'è nell'usanza dei popoli mediterranei, in segno di ospitalità fu fatto assaggiare il migliore vino locale, quello che i contadini chiamavano Perpetuum. Egli rimase talmente colpito dal gusto, che ne spedì alcune pipe in patria per testarne l'effetto presso gli aristocratici inglesi, e per evitare che durante il viaggio si guastasse vi aggiunse dell'alcol. Il risultato fu un vino liquoroso molto simile al Porto, da sempre molto apprezzato nei salotti inglesi. Woodhouse investì nella produzione e nell'esportazione del Marsala diventando enormemente ricco. Altri imprenditori seguirono il suo esempio e a partire dal 1812 questo eccellente vino varcò i confini europei per farsi conoscere e apprezzare in altre parti del continente. L'ammiraglio Nelson era un grande estimatore del Marsala e ancora oggi viene servito a Buckingham Palace.
Fu solo nel 1832 che nella produzione si inserì il primo imprenditore italiano, il calabrese Vincenzo Florio, discendente di una ricca famiglia di industriali e armatori, dando un nuovo impulso alla produzione del Marsala, esportandolo letteralmente in ogni angolo del mondo a bordo della sua flotta mercantile.
Le aziende vinicole si moltiplicarono; alcune di esse sono ancora in attività e si possono visitare.
Al Marsala si deve un altro primato, infatti nel 1962 fu fondato il primo consorzio del sud, il "Consorzio per la tutela del Vino Marsala" che raggruppa le aziende che oggi producono il 90% della produzione.