Il Lagrein è un vitigno rosso autoctono dell’Alto Adige. Viene vinificato come rosso (Dunkel). o rosato (Kretzer). Il terreno prediletto dal vitigno è di tipo calcareo-argilloso con un sottosuolo ghiaioso; il grappolo ha una dimensione media con forma tendente al piramidale. (continua)
Il Lagrein è un vitigno rosso autoctono dell’Alto Adige. Viene vinificato come rosso (Dunkel). o rosato (Kretzer). Il terreno prediletto dal vitigno è di tipo calcareo-argilloso con un sottosuolo ghiaioso; il grappolo ha una dimensione media con forma tendente al piramidale. Il Lagrein si presenta in un colore rosso rubino e rosso granata intenso, con un gradevole profumo di viole e more, sapore pieno e vellutato con sfumature leggermente aspre. Abbinamenti consigliati: Si sposa bene con cacciagione, carni rosse e formaggi. Il Lagrein è generalmente utilizzato in purezza, tuttavia lo si trova presente anche nei vini delle denominazioni Santa Maddalena, Casteller e Lago di Caldaro, così come unito ad alcune varietà internazionali, come il Merlot e il Cabernet Sauvignon.
I grappoli del vitigno Lagrein hanno forma piramidale, più o meno allungata, o, più raramente, cilindrica, con piccole ali laterali. Le dimensioni sono generalmente medie e media è anche la compattezza degli acini. Questi ultimi sono di dimensioni modeste e hanno forma ovoidale, con buccia di colore blu scuro, spessa e pruinosa. Le uve Lagrein maturano tardivamente e la vendemmia avviene normalmente nella prima metà di ottobre. Purtroppo si tratta, però, di un vitigno delicato, soggetto facilmente all'attacco di acari, oidio e peronospora.
Le viti vengono generalmente coltivate a pergola, secondo la tradizione altoatesina, o a spalliera.
Le uve Lagrein possono essere vinificate in assemblaggio con le uve Schiava: i principali vini prodotti in questo modo sono il Casteller DOC, Valdadige DOC, Trentino DOC, Mitterberg IGT e Vallagarina IGT. In purezza, invece, danno origini alle DOC Alto Adige Lagrein (Kretzer e Dunkel disponibili anche in versione Riserva), Trentino Lagrein (Kretzer e Dunkel), Alto Adige Lagrein Rosato, Alto Adige Lagrein di Gries, anche in versione Riserva.
Oggi il Lagrein è diffuso in tutta l'area che va da Rovereto a Bolzano, e dalla Valle dei Laghi, a ovest di Trento, fino a la Val di Cembra ad est della città, estendendosi verso nord fino alla Valle di Merano. Come già detto, però, il suo terroir d'elezione rimane tuttora la conca bolzanina e in particolare la piccola collina di Gries.
Quest'area, così ricca e fertile, fa parte di quella zona fortemente vocata alla viticoltura che attraversa il Trentino Alto Adige in verticale, lungo i fondovalle tra i fiumi Adige e Isarco. E' proprio qui che troviamo quasi tutti i 5300 ettari vitati della regione. Un'inezia, se paragonati al terreno vitato italiano nel complesso, un umile 1% che però produce alcuni fra i migliori vini italiani di assoluta eccellenza riconosciuti per l'altissima qualità dagli enologi nazionali e internazionali. In quest'area, dove la pianura argillosa lascia spazio alla collina, gli alberi da frutto lasciano il passo alle viti. I terreni calcarei sono composti di granito, argilla e sabbia, composizione ideale per lo sviluppo del vitigno Lagrein. Le colline arrivano fino a un'altitudine di 1000 metri slm e l'escursione termica tra il giorno e la notte è di un certo rilievo. Sono tutti questi elementi a rendere questa zona un vero e proprio unicum nel panorama italiano della viticoltura: un terroir in grado di imprimere un carattere distinto e irreplicabile ai suoi vini. Merito, però, anche della perfetta organizzazione del comparto viticolo che si è posto come obiettivo primario la promozione dei suoi prodotti e il coscienzioso e lungimirante rispetto assoluto dei disciplinari di produzione.
Oggi il Lagrein in Trentino Alto Adige viene prodotto da circa 900 aziende su un totale di oltre 400 ettari.
Si registrano tentativi di coltivazione di questo vitigno anche in paesi extra-europei: negli anni '90 in Australia è stato commercializzato un Lagrein puro. In America, invece, il Lagrein non viene vinificato in purezza.
Il Lagrein Kretzer è un vino prodotto con il 100% di uve Lagrein, caratterizzato da un colore che va dal rosato al rosso rubino trasparente con sfumature delicate rosa. Dopo la pigiatura, il mosto viene separato dalle bucce e dalle altre parti solide del grappolo e avviato alla fermentazione. Il prodotto viene fatto poi maturare in botti di legno. Il tenore alcolico di questo vino è mediamente di 12 o 13% vol.
Al naso, rivela gradevoli note di viola mammola e mora. Al palato si dimostra pieno, asprigno, fresco e vellutato. Si tratta di un vino immediato, di facile beva che regala gradevoli note acidule.
Il Lagrein Dunkel, invece, è caratterizzato da un colore rosso rubino intenso e pieno, impenetrabile. Anch'esso viene prodotto con il 100% di uve Lagrein e vinificato in rosso, quindi con fermentazione del mosto con le bocce. Questo consente la cessione delle sostanze polifenoliche e aromatiche delle bucce al prodotto finale che risulta quindi più corposo e strutturato. Al naso svela un bouquet semplice e un po' rustico, con note di frutti rossi, sottobosco, mandorla e vaniglia. Al palato è morbido e strutturato, con un'acidità molto equilibrata. Secondo il disciplinare di produzione della DOC Alto Adige Lagrein, si possono produrre massimo 14 tonnellate di vino per ettaro e il tenore alcolico non deve scendere sotto i 12% vol.
Nella versione Riserva, il Lagrein Alto Adige DOC viene sottoposto solitamente a fermentazione malolattica e invecchiato almeno 24 mesi in barrique di rovere prima di essere imbottigliato e commercializzato. La fermentazione malolattica, che consente di ottenere un vino più stabile e morbido, segue la fermentazione alcolica e consente, grazie all'azione di specifici batteri, di trasformare l'acido malico in acido lattico: questo rende le punte acide del vino molto meno accentuate e dona al prodotto finale una certa morbidezza che ne consente l'invecchiamento.
Nella versione Riserva, il vino DOC Alto Adige Lagrein è di colore rosso granata profondo e scuro con sfumature violacee o bluastre. Il suo bouquet è più complesso e rivela note di liquirizia, cioccolato, ciliegie, visciole, prugne e frutti di bosco maturi, violetta, china e note balsamiche di muschio e resina di pino. Altre note riscontrabili in alcune versioni del Lagrein Riserva sono quelle di conserva di amarene e more, rosa, polvere di caffè, pepe e latte. Al palato si dimostra strutturato, quasi cremoso, sapido, elegante, con tannini morbidi di una certa intensità. Il suo retrogusto è persistente e minerale.
La DOC Trentino Lagrein caratterizza un vino generalmente meno intenso sia al naso che al palato: la versione Dunkel ha un colore rosso rubino con sfumature granata, più limpido e sicuramente meno impenetrabile rispetto alla corrispettiva DOC Alto Adige. Al naso rivela note fruttate di ciliegia e lampone e al palato si presenta asciutto, con acidità ben bilanciata e buona persistenza. Il suo tenore alcolico è mediamente di 11% vol.
La versione Kretzer della DOC Trentino ha un colore rosato chiaro e brillante. Il suo bouquet si distingue per le note di viola e vaniglia e al palato si presenta secco e fresco, con una gradevole persistenza. La sua gradazione alcolica si aggira attorno ai 12% vol.
Il Lagrein Dunkel va servito e gustato attorno ai 18°C. Il rosato, Kretzer, invece, è da preferire più fresco, tra i 12 e i 14°C.
Il calice più adatto per servire il Lagrein è il cosiddetto "Bordeaux". Questo tipo di calice, caratterizzato da volume e altezza limitati, ha una convessità piuttosto modesta: questo consente di esaltare il perfetto bilanciamento dei tannini. La sua forma è ideale per i vini rossi giovani, non adatti a un lungo invecchiamento, con un bouquet spiccatamente fruttato e relativamente semplice.
Come per ogni prodotto vinicolo d'eccellenza, anche il Lagrein accompagna al meglio i piatti e i prodotti tipici del suo territorio d'origine.
Il Lagrein Dunkel, ad esempio, è delizioso in accompagnamento alla carne affumicata, allo speck, alle salsicce e ai piatti a base di legumi. Ottimo anche con i primi tipici della tradizione culinaria locale, primi fra tutti i canederli, sia di carne che di formaggio, e gli spatzle a base di spinaci. Sostiene in modo egregio anche la corposità dei formaggi stagionati di malga, dal carattere intenso e deciso, dei formaggi affumicati, dei salumi locali, dei piatti a base di cacciagione e dei primi con sughi a base di selvaggina locale come capriolo, cervo o camoscio, arrosti, e grigliate.
Il Lagrein Kretzer, invece, è ideale per accompagnare carni bianche, bolliti, pesce affumicato, pasta e zuppe locali a base di legumi e cereali. Delizioso servito come aperitivo, per accompagnare affettati leggeri e formaggi di media stagionatura come le latterie di alta montagna. La morbidezza di questo vino, tipica di un rosso, viene stemperata e arricchita contemporaneamente dalla freschezza e fragranza tipiche di un bianco: questa caratteristica unica nel panorama vinicolo italiano lo rende un vino adatto e gradevolissimo soprattutto in estate.
Il Lagrein è un vitigno rosso autoctono altoatesino.
Sulle origini del suo nome ci sono varie ipotesi: potrebbe, infatti, derivare dalla Vallagarina, il suo presunto territorio d'origine, oppure, più probabilmente, da Lagarino, o Lagaritanos. Con questo nome si indicava un vino dell'antica Grecia tipico di Lagaria, una cittadina della Magna Grecia sulla costa ionica della Basilicata. Proprio qui, secondo la tradizione, i Greci avrebbero importato e cominciato a coltivare il vitigno in questione per poi diffonderlo verso nord. Nel corso dei secoli, il Lagrein avrebbe viaggiato lungo l'Adige per approdare nell'area veronese. Poi, salendo ancora verso nord, sarebbe arrivato nella zona di Rovereto e, rimanendo sempre lungo il corso dell'Adige, avrebbe trovato il suo terroir d'elezione nella conca di Bolzano e sulle fertili colline della Vallagarina.
Si tratta dell'area che va dall'ultimo tratto dell'Adige, tra la zona a sud di Trento e il confine con il veronese, fino a Gries: il territorio, cioè, in cui lentamente le Alpi meridionali al confine con la Val Venosta si abbassano dai 2000 ai 1000 metri per poi scendere lentamente verso la Val Padana.
Il primo documento locale in cui appare citato il nome Lagrein è un editto del 1097 con cui vengono stabilite le norme vendemmiali per i monaci di Gries. Ancora oggi è proprio il convento di questa località ad essere una delle cantine produttrici di questo vino più importanti dell'area. Il Lagrein ricompare poi in un documento del 1370 con cui l'imperatore Carlo IV vieta la distribuzione del Lagrein alle compagnie militari in favore di vini più leggeri prodotti a partire da uve Schiava.
Fu così, probabilmente, che nacque l'usanza di vinificare le uve Lagrein in rosato, separando le bucce dal mosto all'inizio della fermentazione in modo da ottenere un vino più leggero e meno tannico. I graticci di vimini usati per l'operazione di separazione erano detti kroizere: da qui deriva il termine Lagrein Kretzer.
In un atto di Termeno di nove anni dopo, si parlava già di Lagrinum bonum, indicando con questo termine il Lagrein bianco e, ancora più esplicitamente, questo vino veniva indicato come il "buon Lagrein bianco" in un documento redatto a Bolzano nel 1498. Col tempo il Lagrein Dunkel, cioè scuro, vinificato in rosso, cominciò ad essere utilizzato solo dalla nobiltà, dagli alti esponenti del clero locale e nelle abbazie e ad essere considerato quindi un vino di grandissimo pregio.
La storia della coltivazione e produzione del Lagrein in Alto Adige si intreccia intimamente con la storia economica e politica di queste terre. Basti ricordare la rivolta del 1525: in quell'anno, infatti, Michael Gasmayr, originario di una frazione di Vipiteno, condusse una rivolta popolare cominciata con l'assalto, il 12 maggio, del monastero di Novacella. A questa rivolta parteciparono ben 5000 persone, mosse dalla rabbia per il rifiuto dei monaci di abolire le imposte. Durante questa rivolta furono messi al rogo tutti i libri contabili custoditi nel monastero. Gasmayr, nominato capitano dai contadini stessi, convocò ad Innsbruck per il mese successivo la dieta provinciale. Tra le rivendicazioni mosse all'arciduca Ferdinando, reggente della Contea del Tirolo, in quell'occasione, ci furono l'uguaglianza di tutti di fronte alla legge, l'abolizione del potere della Chiesa, la redazione di una serie di leggi che garantissero gli stessi diritti per tutti e la diffusione del Lagrein Dunkel anche tra il popolo. Fu proprio nelle rivendicazioni redatte da Gasmayr in quell'anno, dunque, che si ricominciò a parlare di "rot Lagrein", cioè di "Lagrein Rosso".