Il Gavi o Cortese di Gavi è un vino bianco piemontese prodotto esclusivamente da vitigno cortese in provincia di Alessandria, è inoltre un vino DOCG. Dal colore giallo paglierino più o meno intenso, limpido; con un profumo caratteristico e delicato, dal sapore asciutto, gradevole di gusto fresco e armonico. (continua)
Il Gavi o Cortese di Gavi è un vino bianco piemontese prodotto esclusivamente da vitigno cortese in provincia di Alessandria, è inoltre un vino DOCG. Dal colore giallo paglierino più o meno intenso, limpido; con un profumo caratteristico e delicato, dal sapore asciutto, gradevole di gusto fresco e armonico. Gradazione alcolica minima: 10,5%; acidità totale minima: 5 per mille. Se vendemmiata precocemente, l'uva Cortese offre vini acidi, di colore e struttura leggera, da consumarsi nei primi tre anni. Ma il Gavi prodotto da uve più mature, di maggior struttura, può affinare a lungo in bottiglia aprendosi a profumi terziari e minerali di grande eleganza. Abbinamenti consigliati: Aperitivo, antipasti freddi, crostacei e frutti di mare, formaggi molli, minestre in brodo e tortellini di magro, preparazioni a base di uova.
Attualmente, secondo le direttive ministeriali, Il territorio di produzione è stato circoscritto nella zona dell’Alessandrino, coinvolgendo 11 comuni tra i quali, ovviamente, Gavi che resta quello maggiormente rappresentativo. L’area è contenuta in circa 35 chilometri e corrisponde alla Valle del Lemme, torrente che scorre tranquillo tra le colline di questa zona. Gli altri comuni interessati sono quelli di Bosio, Capriata d'Orba, Carrosio, Castelletto d'Orba, Francavilla Bisio, Novi Ligure, Parodi Ligure, San Cristiforo e Serravalle Scrivia. Queste uve vengono coltivate dunque sulle colline del Monferrato, fra i 250 ed i 450 metri d’altitudine in un’area particolare sia da un punto di vista geologico sia per quando riguarda il microclima. Un terreno in parte marnoso e calcareo ed in parte argilloso sul quale il vento del Mar Ligure si incontra con gli Appennini piemontesi per creare quelle condizione adatte affinchè il vitigno Cortese possa dar vita ad un vino bianco fruttato, da un gusto delicato, particolarmente apprezzato in Italia ma ancor più all’estero dove viene esportato per circa il 70% della produzione. I vigneti si estendono su quasi 1.500 ettari per una produzione che sfiora 12 milioni di bottiglie annue, destinate sia al consumo interno sia ai mercati esteri e che vede impegnate più di 30 aziende del territorio. Tutto ciò vuol dire, naturalmente, lavoro e motivo di grande orgoglio per gli abitanti della zona.
La fermentazione del vino avviene tra 18° e 20° per conservarne i profumi intensi ed è prevista una vinificazione di un anno alla fine del quale inizia l’invecchiamento. Il Gavi può essere consumato giovane, ma è perfetto anche dopo un invecchiamento di 5-6 anni, durante i quali diventa davvero un "grande bianco". Il Gavi deve essere obbligatoriamente imbottigliato nelle zone di produzione.
Etichetta: la legge impone delle regole molto esatte e dettagliate per quanto riguarda le informazioni da inserire sull’etichetta che rappresenta il mezzo attraverso il quale il consumatore può conoscere esattamente il prodotto che sta per acquistare e consumare. Su di essa deve essere riportata la denominazione DOCG, la regione di produzione, l’indicazione della varietà di vite da cui proviene il vino e la zona di coltivazione, il volume del vino, il nome, codice e sede dell’imbottigliatore, lotto, Stato ed altre indicazioni di produzione.
Come tutti i prodotti a marchio DOCG, la direttiva ha imposto parametri molti puntuali circa la produzione di questo vino. In base ad essa, infatti, la resa dell’uva non deve superare i 95 quintali per ettaro, mentre la resa delle uve in vino non deve oltrepassare il 70%, pena il decadimento del diritto alla denominazione per tutto il territorio. Sempre per legge, il Gavi deve essere prodotto con uve provenienti al 100% dal vitigno Cortese, dando vita a 3 tipologie di vino, ovvero Tranquillo, Frizzante e Spumante. Il grappolo del vitigno Cortese, a maturità, si presenta di grandezza media e dalla forma piramidale. L’acino è piccolo, con la buccia sottile ed un colore giallo-verdastro mentre il clima ed il terreno conferiscono alle uve un basso valore in zuccheri ed un’acidità ben bilanciata. Questo equilibrio conferisce al vino quelle particolari caratteristiche organolettiche così tanto apprezzate e decantate. Alla vista il Gavi si presenta limpido, con un colore giallo paglierino dai riflessi dorati ma che spesso tendono al verde chiaro. L’odore è gentilmente fruttato ed il sapore delicato ed armonico con un retrogusto di mandorle. Le tipologie "Tranquillo" e "Frizzante" sono caratterizzate entrambe da una da un aspetto limpido, da un colore paglierino e da un odore delicato. Al palato il sapore è asciutto e fresco. La tipologia Spumante si presenta anch’essa limpida, con un tenue colore paglierino ed una spuma fine e persistente. La gradazione alcolica di ogni tipologia si attesta sui 10°/10,5°, il grado di acidità è pari al 5 g/l.
Un vino così ricco di tradizione non può che portare con sé anche un carico di storie e leggende ad esso legate indissolubilmente, ma che lo rendono ancora più unico ed interessante. Una di queste fa riferimento alla figlia del re dei Franchi Clodomiro che fu costretta a lasciare il suo regno a causa di un amore contrastato. La bella principessa Gavia si rifugiò, così, in un piccolo borgo al quale diede il suo nome, Gavi, appunto. Pare che il nome "Cortese" fu attribuito al vitigno proprio in onore della leggiadra e gentile principessa. Al di là di ogni storia, comunque, questo vitigno è sempre stato coltivato in un’area ricca di tradizione e cultura, al confine tra Piemonte e Liguria, un tempo sotto il diretto controllo della Repubblica di Genova e luogo ove i nobili erano soliti costruire ville di campagna ed intrattenersi sorseggiando vini di elevata qualità.
Fra gli illustri estimatori del Gavi è possibile annoverare anche Napoleone Bonaparte e Carlo V.
E’ ovvio, quindi, che proprio in queste zone dovesse prosperare un vino bianco autoctono, perfettamente abbinabile ai ricchi e saporiti piatti della cucina ligure. Così nel corso dei secoli il Gavi si è imposto come prodotto di punta in un territorio, quello piemontese, dove il vino rosso è da sempre stato considerato il principe delle tavole ed attualmente può contare oltre 60 etichette.
Tipologia Tranquillo:
Aspetto: limpido;
Colore : paglierino;
Odore : delicato;
Sapore : asciutto, gusto fresco.
Gradazione alcolica minima complessiva: 10,5 % volumi;
Acidità totale minima richiesta: 5 g/l;
Estratto secco netto minimo richiesto: 15 g/l.
Tipologia Frizzante:
Aspetto: limpido;
Colore : paglierino;
Odore : fine, delicato;
Sapore : asciutto, gusto fresco;
Gradazione alcolica minima complessiva: 10,5 % vol;
Acidità totale minima richiesta: 5 g/l;
Estratto secco netto minimo richiesto: 15 g/l.
Tipologia Spumante:
Aspetto: limpido;
Colore : paglierino più o meno tenue;
Spuma: fine e persistente;
Odore : fine, delicato;
Sapore : armonico, pieno, asciutto;
Gradazione alcolica minima complessiva: 10,5 % vol;
Acidità totale minima richiesta: 5 g/l;
Estratto secco netto minimo richiesto: 15 g/l.
Questo viaggio nell'affascinante mondo del Cortese del Gavi non termina qui. E' arrivato, infatti, il momento più importante ovvero quello di degustare questo pregiato vino in tutte le sue declinazioni ed abbinamenti per scoprirne la vera unicità.
Il Cortese del Gavi si consuma ad una temperatura compresa tra i 10° ed i 12°, mentre la tipologia "spumante" va servita rigorosamente fresco, fra 6° ed 8°. Il bicchiere giusto per servire un Gavi deve essere medio-piccolo con una forma a tulipano svasato. Tale bicchiere risulta particolarmente indicato per i vini bianchi aromatici, infatti, perché la sua forma panciuta, pur non permettendo un’eccessiva ossigenazione, consente ai profumi di sprigionarsi in tutta la loro intensità. La bottiglia deve essere aperta al momento del consumo.
Le tipiche caratteristiche organolettiche del vino Gavi lo rendono adatto a vari abbinamenti, con particolare riguardo ai piatti più leggeri e delicati. La tipologia "tranquillo" è perfetta con tutti gli antipasti, ed è indicato per pesce, crostacei e carni bianche. Si consiglia di provarlo con l’orata, il merluzzo o la cernia al forno. Si accompagna bene, tuttavia, anche ai primi piatti poco elaborati, tipici della cucina piemontese o ligure, ai risotti ed in modo specifico al famoso pesto. Le versioni "frizzante" e "spumante" vengono solitamente servite come aperitivo con focacce, formaggi freschi, verdure, salumi e fritti, poiché questo vino è in grado di smorzarne l’untuosità. Si può affermare, dunque, che il Gavi può accompagnare un pasto dall’inizio alla fine poiché potrebbe essere apprezzato anche sul un fresco sorbetto di agrumi o diventare l’ingrediente principe del sofisticato risotto al Gavi del quale forniamo la ricetta. Può comunque essere apprezzato anche come gradevole fuori pasto.
Ricette
Ecco, allora una gustosa e facile ricetta con Cortese del Gavi da riproporre velocemente per un successo assicurato. Risotto al Gavi per quattro persone: servono circa 350 g di riso Carnaroli, 1 cipolla di medie dimensioni, 1 litro di brodo vegetale, 70/80 g di burro, 500 ml di vino Gavi, 70 g di Parmigiano Reggiano, sale. In una pentola sciogliere il burro ed unirvi la cipolla tagliata molto fine, quando comincia ad imbiondire aggiungere il riso e lasciarlo tostare continuando a mescolare. Aggiungere la metà del vino Gavi a vostra disposizione ed il brodo vegetale e lasciarlo cuocere finchè tutto il brodo non è stato assorbito. A questo punto unire il vino rimanente ed una noce di burro per far mantecare il risotto. Toglie dal fuoco la pentola e dopo aver aggiunto il parmigiano e l’eventuale sale, coprire e lasciar riposare il risotto per qualche minuto prima di servirlo.
La strada del Vino è un’occasione per incontrare il Cortese del Gavi. Gli intenditori o i semplici curiosi possono organizzare un tour nelle terre piemontesi nelle quali ha origine il Gavi per seguire uno stimolante percorso enogastronomico che si snoda in un itinerario di 35 chilometri ed attraversa vigne e sentieri tipici. Infatti, negli ultimi anni, una decina di aziende agricole specializzate nella produzione di questo vino, hanno creato un percorso denominato Golden Gavi che permette di conoscere davvero tutti i segreti di questo pregiato vino, ma non solo. Si può scegliere un percorso tranquillo o più impegnativo e percorrere la strada del vino fermandosi di volta in volta presso una delle aziende vinicole che hanno aderito al progetto. Qui gli ospiti potranno approfittare delle visite guidate per conoscere vigne, cantine ed aziende per poi degustare le diverse varietà di Gavi accompagnate da assaggi della cucina locale. I veri buongustai, invece, potranno scegliere di fermarsi a pranzo per assaggiare i piatti tipici della tradizione piemontese. Le aziende agricole che appartengono al circuito Golden Gavi sono le seguenti: San Pietro, La Chiara, Binè, Fontanassa, Giustiniana, La Mesma, Il Poggio, La Bolina, Marchese Luca Spinola, Castellari Bergaglio. Ci si può rivolgere ad una di esse per ogni tipo di informazione a riguardo e per prenotare un percorso sulla strada del vino.
Il vino Gavi, conosciuto anche come Cortese del Gavi, è un apprezzato vino bianco prodotto da vitigni autoctoni tipici di una zona ben precisa del territorio Piemontese, che ha il suo centro nell’omonimo paese in provincia di Alessandria.
Sembra che la sua storia affondi le radici in epoche antiche poiché alcuni documenti ritrovati in un archivio di Genova farebbero riferimento ad una produzione risalente addirittura al Medioevo e, per la precisione, al 972. Comunque, notizie certe si hanno a partire dalla metà del 1600, quando il vitigno venne nominato in un documento di un fattore del Marchese Doria e poi, successivamente, alla fine del 1700 quando il Conte Nuvolone per la prima volta, in un suo scritto, lo chiamò "corteis", utilizzando una tipica forma dialettale. Si può affermare, tuttavia, che è dal 1876 che ebbe inizio l’era moderna del vino Cortese del Gavi, anno in cui la famiglia Cambiaso, seguita dalle famiglie Raggio, Serra, Sartorio e Spinola, cominciarono a creare delle colture specializzate. Da allora il vitigno fu al centro dell’interesse di studiosi ed intenditore e, inoltre, trattandosi di una specie autoctona è sempre stata particolarmente resistente alle rigide temperature della zona e poco incline ad essere attaccato da parassiti dannosi per le colture. Nonostante le grandi qualità di questo vino, la strada per il suo riconoscimento ufficiale è stata piuttosto lunga. Dal 1974, anno in cui gli fu riconosciuta la Denominazione di Origine Controllata sono poi trascorsi più di 20 anni affinchè ottenesse il riconoscimento Gavi DOCG, assegnatogli con decreto ministeriale nel 1998 e con il quale sono stati identificati precisamente tutti i parametri di produzione che lo rendono uno dei vini più rappresentativi non solo del Piemonte, ma di tutto il nostro territorio nazionale. Infatti nel corso degli anni esso è stato più volte scelto a rappresentare l’Italia sulle tavole più autorevoli, durante le visite di capi di stato e personalità, tanto da guadagnarsi meritatamente una grande popolarità anche all’estero.