Il Chianti Classico è un vino rosso a denominazione DOCG, prodotto nel cuore della Toscana, fra le colline tra Firenze e Siena, le vallate della Pesa e dell'Elsa. Prodotto principalmente con uva Sangiovese, può contenere al suo interno, in percentuali diverse, altre uve a bacca rossa. (continua)
Il Chianti Classico è un vino rosso a denominazione DOCG, prodotto nel cuore della Toscana, fra le colline tra Firenze e Siena, le vallate della Pesa e dell'Elsa. Prodotto principalmente con uva Sangiovese, può contenere al suo interno, in percentuali diverse, altre uve a bacca rossa. Essendo una delle denominazioni di riferimento della Toscana, strategica e rafforzata dalla produzione della Gran Selezione, il Chianti Classico è molto apprezzato anche all'estero (è presente in oltre 60 Paesi di tutti i continenti, con particolare richiesta sul mercato americano e tedesco). Nel 2014, infatti, la crescita delle vendite (82%) ha rappresentato un grande successo, con chiusura positiva anche nel primo trimestre del 2015.
Il vitigno del Chianti Classico è rappresentato principalmente dall'uva Sangiovese, nella percentuale dell'80% (quando è realizzato in purezza, la percentuale di Sangiovese è del 100%). Si tratta di un'uva a bacca rossa, autoctona del territorio toscano, molto ricca di pruina, e versatile in quanto ad adattamento al territorio. Nella percentuale del 20%, in base al disciplinare di produzione, è possibile trovare nel Chianti Classico altre uve a bacca rossa (Canaiolo, Colorino, Merlot, Cabernet Sauvignon), e nella percentuale del 6% il Syrah, sempre a bacca rossa ma con sfumature violacee, e la Malvasia, a bacca bianca. In realtà, fino al 2006 veniva utilizzato anche il Trebbiano.
Le operazioni di vinificazione, conservazione ed imbottigliamento, si svolgono all'interno del territorio circoscritto. Quando i grappoli giungono a maturazione, e presentano la proporzione ideale fra la quantità di zucchero (quattro grammi a litro di zuccheri riduttori), l'estratto secco (minimo il 2,3%) e l'acidità totale (minimo 5 per mille), si inizia la raccolta e la vendemmia. Il processo di vinificazione, che si conclude sempre con affinamento in bottiglia, consente al vino di sprigionare le virtù orografiche e geologiche, acquisite dal territorio, e caratterizzarsi per colore, rosso rubino vivace, e sapore, leggermente tannico e sapido.
Un'affascinante leggenda si nasconde dietro il nome del famoso Consorzio di tutela del Chianti Classico, una curiosità che vale la pena conoscere. Si narra che per stabilire il confine del territorio del Chianti, conteso dalle repubbliche di Siena e Firenze, fu indetta una gara fra cavalieri. Ciascun cavaliere sarebbe dovuto partire al canto del gallo, e percorrere il territorio in modo incalzante, per guadagnarne quanto più possibile. Mentre Siena scelse per l'occasione un gallo bianco, che si premurò di nutrire e accudire abbondantemente, Firenze scelse un gallo nero, che, al contrario, lasciò appositamente a digiuno. Il gallo nero, esasperato, nel momento in cui fu tolto dalla stia, iniziò a cantare in anticipo. Al canto del gallo, il cavaliere fiorentino partì verso la conquista del territorio con notevole vantaggio sul cavaliere senese, che riuscì a percorrere solo dodici chilometri. Firenze si aggiudicò, ovviamente, la vittoria. Il simbolo del Consorzio, tratto identificativo del territorio e della filiera di produzione dal 1924, nasconde dunque un successo tutto toscano. Sottolinea la perspicacia dei trentatre produttori vinicoli nelle battaglie per il riconoscimento della zona di produzione del Chianti Classico, e per la Denominazione di origine protetta e garantita.
Il Chianti Classico può essere giovane (marchio identificativo con bordo rosso) o Riserva, contraddistinto dal marchio con bordo nero. Una bottiglia di Chianti Classico giovane può essere degustata al momento dell'apertura, in calici appositi che consentono l'esaltazione dei profumi; una bottiglia di Chianti Classico Riserva (invecchiato per ventiquattro mesi dopo la vendemmia in barriques francesi) dev'essere necessariamente aperto parecchio tempo prima di servirlo, o decantato nell'apposita caraffa, per consentirne l'ossigenazione. Gli abbinamenti ideali tengono conto delle caratteristiche organolettiche del vino, sia giovane che Riserva. Mentre il primo, intriso di odori di sottoboscho, è più indicato con piatti a base di carne bovina, pesce azzurro, e zuppe della tradizione, il Chianti Riserva, predilige gli accostamenti a piatti più saporiti, a base di selvaggina.
La scelta di un buon vino si basa sulla conoscenza della sua storia, dei suoi vitigni e delle sue proprietà organolettiche, e in ultimo, ma non per ordine d'importanza, sui consigli di degustazione e varietà di abbinamenti. Il Chianti Classico viene annoverato fra i vini più nobili al mondo, per il suo territorio di produzione e per gli importanti riconoscimenti ottenuti nel corso dei secoli, fino alla denominazione DOCG. La storia di questo vino risale ai tempi degli Etruschi e dei Romani, quando i territori della zona venivano vocati a viticoltura. Nel tardo Medioevo si sentì l'esigenza di proteggere la coltivazione e produzione del vino Chianti. Nacque così la Lega del Chianti, che oltre ad occuparsi militarmente della Repubblica, stabiliva parametri di produzione, divieti e ordinamenti, per mantenere l'autenticità e tutelare il sigillo. Col passare del tempo, l'arte del vino si perfezionò, fino alla perfetta lavorazione degli uvaggi, nel XIX secolo, ed ai successi meritati. Agli inizi del XX secolo, il Consorzio Gallo Nero, nato per tutelare il pregiato vino, lottò per il riconoscimento esclusivo del Chianti Classico, per la zona di produzione, da non considerare come sotto zona, e per l'ambita DOCG. Un successo sancito da un decreto ministeriale nel 1996, fino al contrassegno statale del 2005.