E’ un vino spesso fermo di buon corpo che soddisfa i palati più esigenti nella varietà di abbinamenti possibili e di occasioni di consumo. Nella molteplicità che contraddistingue la Barbera, un’altra anima si esprime con successo nella Barbera del Monferrato di tipologia frizzante: vino mosso da consumare giovane, lega la sua piacevolezza ai profumi fruttati e si presta ad una beva spigliata. (continua)
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Il Barbera del Monferrato è il vino piemontese per eccellenza, tanto che la sua produzione, consentita nelle province di Asti e di Alessandria, rappresenta da sola il 50% di quella di tutta la regione del Piemonte.
Le origini dei vitigni Barbera risultano essere molto antiche: si ha infatti notizia di questo vino già attraverso lo storico longobardo, e dei longobardi, Paolo Diacono.
Il vino che si ottiene dalle uve Barbera presenta una colorazione rosso rubino, con un buon profumo intenso, vinoso e con rimandi alla ciliegia ed alla prugna.
Il sapore si presenta infine asciutto e pieno, ed a volte anche frizzante e vivace.
Il Barbera di Monferrato accompagna degnamente qualsiasi tipo di cibo, ma è particolarmente consigliato con i secondi piatti di carne, come ad esempio gli arrosti.
Esiste poi una versione frizzante che, oltre alla carne, riesce a creare un abbinamento gustoso con formaggi, pietanze di pesce e salumi.
Questa varietà di vino Barbera del Monferrato frizzante merita una particolare menzione, in quanto assai vivace, anch'esso abbinabile con ogni pietanza, e dal sapore corposo che solletica il palato.
La sua vivacità deriva da una lunga e doppia fermentazione che, precedentemente favorita dall'aggiunta di lieviti appositamente selezionati direttamente al mosto ottenuto con la pigiatura in cantina, viene ulteriormente effettuata prima in serbatoi d'acciaio, poi in autoclave.
Alla fine di quest'ultima fase di fermentazione il Barbera frizzante può essere finalmente imbottigliato e venduto.
Questo particolare tipo di vino Barbera, che presenta anche un profumo fruttato molto gradevole, si ottiene dalla lavorazione delle uve provenienti dalle colline limitrofe a San Damiano d'Asti, che portano il nome di Colline Alfieri.
In generale, il Barbera del Monferrato si è meritato sia la denominazione D.O.C. sia quella D.O.C.G. che indica la denominazione di origine controllata e garantita.
Il primo riconoscimento è andato al vino Barbera del Monferrato in senso stretto, mentre il secondo è andato, a partire dalla vendemmia del 2008, al Barbera del Monferrato Superiore.
Affinché non si generi confusione fra le 2 varianti di vino Barbera, ritenuti in verità 2 vini distinti, è bene precisare come nell'area di Casale e di Ovada si sia soliti usare il Barbera del Monferrato Superiore come vino d'alta qualità e quello del Monferrato in senso stretto come vino più vivace e meno pregiato. Diversamente, nelle province d'Asti e nell'Acquese il Barbera del Monferrato è il vino meno nobile, mentre quello pregiato è rappresentato da un altro tipo di Barbera, il Barbera d'Asti.
In verità questa situazione ha creato, soprattutto nel passato, contrasti campanilistici.
Difatti, mentre molte aziende avevano trovato la soluzione di differenziare le varie etichette in funzione del mercato, riservando però la denominazione "Barbera d'Asti" alle esportazioni, i monferrini orgogliosamente non riconoscevano assolutamente questa superiorità e si mostravano, di conseguenza, poco propensi ad anteporre il nome della città di Asti sull'etichetta.
I vigneti da cui proviene l'uva da cui nasce questo famosissimo vino hanno la residenza naturale sulle colline del Monferrato, dove si realizzano le condizioni ideali per un prodotto, al di là delle dispute fra astigiani e monferrini, comunque di alta qualità.
In particolare, i terreni devono essere sufficientemente soleggiati, mai umidi, dal fondo argilloso, sabbioso e calcareo. L'esposizione delle coltivazioni deve essere idonea a permettere la maturazione delle uve e, conseguentemente, non bisogna mai optare per esposizioni non soleggiate (motivo per cui è raro che i vigneti guardino verso nord).
La modalità di potatura delle uve del Barbera consiste, visto che la vite fruttifica essenzialmente sui tralci dell'anno precedente, nel Guyot tradizionale. Com'è noto il metodo consiste nell'eliminare tutte le foglie e la vegetazione in eccesso per lasciare invece un tralcio di un anno più vecchio, detto capo a frutto, ed anche lo sperone, che è una porzione di tralcio più piccola che porta 2 oppure 3 gemme. Lo scopo è quello di favorire lo sviluppo di altri tralci proprio dalle gemme.
Molto usata è anche la potatura detta a cordone speronato: in questo caso vengono lasciate, per gli anni successivi, un paio di branche e, su di esse, almeno una fila di 4 speroni equidistanti, che saranno rinnovati anno per anno.