Vino tipico del Piemonte, dal colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento. Dal profumo intenso, vinoso da giovane, con un persistente sentore di ciliegia, prugna e bacche scure; con la maturazione in legno sviluppa sentori di cannella, cacao e liquirizia. (continua)
Vino tipico del Piemonte, dal colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento. Dal profumo intenso, vinoso da giovane, con un persistente sentore di ciliegia, prugna e bacche scure; con la maturazione in legno sviluppa sentori di cannella, cacao e liquirizia. Dal gusto pieno e di grande armonia, l’affinamento regala complessità e ricchezza di tannino dolci e vellutati.
Le caratteristiche del vitigno sono di essere dotato di foglie di media grandezza, con nervature verde chiaro che diventano rossastre verso la base; il grappolo ha una struttura piramidale e può essere più o meno compatto a seconda delle condizioni ambientali e del terreno in cui è coltivato. Gli acini dell'uva presentano una forma tondeggiante regolare, con un colorito molto intenso, capaci di liberare un succo incolore e, in più, sono dotati di una polpa non molto zuccherina, acidula e molto succosa.
La loro maturazione avviene intorno all'inizio del mese di ottobre e poco dopo tempo si può procedere con la lavorazione.
Le caratteristiche che rendono questo tipo di vino molto apprezzato sono proprio l'intenso retrogusto acidulo e il colore rubino scuro, oltre a una buona tendenza alla fermentazione per produzione di zuccheri. La Barbera è un tipo di vitigno che si adatta facilmente a molti tipi di terreno con diverse caratteristiche ma che non producono un prodotto sempre uguale, al contrario, ogni terreno tendo a differenziarsi molto, ponendo in risalto nel vino ottenuto alcune sue qualità rispetto ad altre.
Il vino Barbera si caratterizza per struttura ferma e grande longevità, spesso essi possono essere miscelati ad altri vini per andare a rafforzare alcune loro caratteristiche, e questi ultimi possono presentare piccole concentrazioni di anidride carbonica e una certa percentuale di zucchero. Queste miscele permettono di sottolineare maggiormente il carattere fresco e giovanile della Barbera.
Chimicamente il vino Barbera si presenta con un quantitativo di alcool medio, ricco di zuccheri, antociani, povero di tannini con una presenza fenolica nella media e un'acidità consistente, in particolare malica. Spesso, la malolattica ha rappresentato un problema nella coltivazione dei vitigni, in quanto capitava che a causa di un pH troppo basso del terreno, essa tardasse a cominciare o comunque si assestava su valori eccessivamente bassi, i quali potevano essere corretti solo in presenza di precipitazioni tartariche.
In genere, durante la produzione, l'acidità veniva controllata mediante metodi chimici: spesso si procedeva alla deacidificazione con carbonati di calcio o potassio, eliminando un grammo per litro di acidità, anche se poi l'effetto finale era molto più ampio, per via dei processi di riequilibrio operati dalle forme di acido tartarico libere e salificate.
Attualmente, questa fase della produzione è maggiormente controllabile, in quanto automatizzata tramite l'utilizzo di batteri lattici selezionati che dirigono la fermentazione in modo adeguato.
Le caratteristiche organolettiche che rendono particolare il Barbera sono: il colore, che è un rubino violaceo, grazie alla cospicua presenza di malvina e proantocianine; il profumo, il quale dona un senso fruttato di ciliegia e prugna, tende all'etereo nelle qualità più invecchiate; il sapore appare intenso e asciutto. Oltre a essere fruttato, esso si distingue per note floreali di ortensia, viola e note speziate della liquirizia, del pepe, caffè e talvolta anche cannella e vaniglia.
Le produzioni più importanti di Barbera prevedono, durante la lavorazione, che il vino venga fatto maturare nel legno e che il processo di affinazione avvenga nella bottiglia, mentre i vigneti più commerciali non prevedono il passaggio di macerazione nel legno.
Tuttavia, l'invecchiamento nel legno consente la liberazione di fenoli che vanno a bilanciare le proantocianine presenti nei vinaccioli e nella buccia. Questo porta a un migliore equilibrio organolettico finale. Infatti la Barbera è il tipo di vino che maggiormente trova giovamento dalla permanenza nelle botti di legno, dove il suo bouquet si arricchisce grazie alle sostanze liberate dal legno e dalla presenza di microaerazioni, responsabili dell'ingresso di piccole quantità di ossigeno, il quale ha il compito di rendere il gusto del vino più morbido e raffinato al palato. Per arrivare a questo risultato, è importante anche la scelta del legno che dovrà contenere il vino: in genere, viene preferito il legno francese, come il rovere del Limousin, mentre il classico Slavonia sta andando in disuso. Questo perché il rovere del Limousin libererebbe una quantità di fenoli inferiore al secondo tipo, assicurando, in questo modo, una influenza meno marcata e più delicata sulle proprietà organolettiche del vino. Anche la grandezza delle botti è un parametro di cui tenere considerazione: attualmente vengono utilizzati botti con una capienza di 25-30 ettolitri, in quanto risulta maggiormente resistente all'invecchiamento e più pratica da maneggiare.
L'ultima parte del processo produttivo, l'affinamento nella bottiglia, ha il compito di completare lo sviluppo del vino, perfezionando il carattere degli aromi allo stato riduttivo. Tutta questa serie di passaggi assicura la creazione di un Barbera che non teme la concorrenza con i più importanti vini al mondo.
Dato il suo carattere longevo, inoltre, le bottiglie integre possono durare anche parecchi anno prima che cominci a rovinarsi la qualità del vino contenuto e anzi, può anche aumentare la qualità del bouquet, arrivando a rinforzare le note speziate e l'intensità del sapore.
Nonostante le bottiglie vendute presentino un tappo in sughero, il quale è pensato per mantenere stabili le proprietà organolettiche, in realtà esso non riesce a farlo per periodi lunghi e occorre, quindi, una volta aperta la bottiglia, consumarla in tempi brevi per poter degustare in modo inalterato la sua freschezza.
Dall'uva Barbera si ricavano alcuni dei più importanti vini piemontesi, come il Barbera d'Alba, il quale viene prodotto in provincia di Cuneo e presenta come caratteristiche organolettiche principali il colore rosso intenso, il quale tende al granato quando è invecchiato; dotato di un sapore corposo e che viene classificato come vino DOC. Un'altra tipologia è il Barbera di Monferrato, anch'esso un vino DOC, prodotto nelle province di Alessandria, Asti e Monferrato. Si presenta con un colore rosso vivo ma non eccessivamente intenso e un gusto mediamente denso al palato, si sposa bene in generale con i secondi piatti a base di carne.
L'ultima tipologia è il Barbera d'Asti è un vino prodotto da un vitigno al 90% Barbera, che tende a migliorare con l'invecchiamento e si presenta come un vino leggero e gradevole per accompagnare antipasti e dolci. Nonostante, quindi, il successo riconosciuto, la strategia adottata nella produzione della Barbera punta al suo ulteriore riconoscimento a livello interazionale, mediante l'elaborazione di strategie di alto profilo, volte a puntuali verifiche dei risultati raggiunti e implementazioni della sua promozione tramite strutture ben organizzate, finanziariamente autosufficienti e con spirito pratico, volto a contattare anche pochi clienti per volta ma che abbia un prospetto a lungo termine ampio. Solo in questo modo, queste cantine potranno essere apprezzate e stimate come meritano in tutto il mondo.
E' un vino che trova maggiore risalto quando servito in grandi bicchieri a balon, a temperature di circa 18-20 gradi. Valori più bassi andrebbero ad aumentare l'acidità a discapito del sapore. Solo in caso di annate particolarmente recenti e frizzanti, la temperatura a cui il vino viene servito può oscillare intorno ai 13, massimo 15 gradi, ma se si tratta di un vino corposo e invecchiato, è preferibile considerare qualche grado in più.
Non avendo bisogno di tempi di posa, è preferibile stapparlo al momento del pasto.
A tavola gli abbinamenti sono molteplici, infatti, la Barbera è particolarmente indicata per i dolci e per i piatti con una buona consistenza e un discreto grado di grassezza.
Infatti, la sua freschezza consente di esaltare i sapori forti. Negli antipasti, quindi, trova la migliore riuscita se accompagna piatti di formaggi di media stagionatura, oppure crostini con prosciutto o lardo; nel campo dei primi, la Barbera è adatta a zuppe corpose, lasagne, primi elaborati con sughi a base di carne, omelette al tartufo, agnolotti o fettuccina; nei secondi questo vino si sposa con carne bovina, come per esempio il vitello tonnato, pollo alla cacciatora, bollito con bagna cauda, tartare di manzo o salsicce in umido ma anche con alcune varietà di pesce, come il salmone. In questi casi la Barbera rappresenta la soluzione ideale grazie ai suoi sapori speziati, vegetali e fruttati. Il senso di freschezza, di struttura e morbidezza che avvolgono il palato, perdurano nel tempo, esaltando gli aromi delle pietanze. Spesso, inoltre, la Barbera rappresenta un vero e proprio ingrediente di cui non si può fare a meno durante la preparazione di alcuni piatti, quali: il risotto alla Barbera o le scaloppine alla Barbera, mentre rappresenta un tocco di raffinatezza, per esaltare i sapori, se aggiunto alla preparazione dei ravioli o dei tajarin.
La Berbera o il Barbera, rappresenta un vino a bacca nera di origine piemontese, che viene coltivato soprattutto nelle province di Asti e Alessandria. Si pensa che il nome derivi da Barberis, che era il cognome di molti viticoltori nelle prime zone dove furono impiantati i vigneti.
Storicamente, sia l'uva che il vino Barbera hanno origini non ben documentate, per cui, ad oggi, ancora non si è riusciti a datare in modo preciso la sua iniziale comparsa. Non si hanno notizie del Barbera nei principali manoscritti del '500 che descrivevano i vini piemontesi, come quello di Dé Crescenzi, per esempio, mentre le prime tracce provate risalgono al 1514, nei catasti di Chieri, dove si fa accenno per la prima volta ai vigneti di Barbera, mentre nel 1685, il conte Francesco Cotti fece un riferimento a nuovi vigneti impiantati ad Asti, segno che fino a quel momento il Barbera non era ancora presente nella provincia piemontese. La prima nota ufficiale, però, risale al 1798, quando l'uva nera di prima qualità, proveniente da un vigneto chiamato espressamente Barbera, fu menzionata dal conte Nuvolone, che all'epoca era vicedirettore della società agraria di Torino, come esempio di nuove tipologie di uva innovativa. La diffusione a livello locale, infatti, cambia drasticamente nel corso del '700, quando la coltivazione dei vitigni di Barbera si diffonde rapidamente su tutto il territorio, soprattutto nelle province di Monferrato, Alessandria, Tortona e Vercelli, mentre nelle Langhe arriverà solo nel secolo successivo.
Le qualità del vitigno, quindi cominciarono a essere apprezzate, oltre che dai viticoltori, anche dagli esperti, i quali hanno provveduto ad allargare la sua zona di produzione. Soprattutto l'adattabilità climatica viene considerata come una qualità vincente, in quanto i vitigni attecchiscono anche in presenza di condizioni estreme quali siccità o forte vento, sono anche poco sensibili al gelo e si dimostrano, perciò, estremamente produttivi. I terreni che assicurano un'ottima produttiva sono principalmente quelli argillosi, profondi e con fertilità contenuta. Se viene impiantata su suoli sabbiosi e leggeri, risulta molto sensibile alle carenze di boro e potassio ma questi rappresentano alcuni dei pochi limiti a cui i suoi vigneti vanno soggetti. Risulta, inoltre, facile da lavorare e mostra una buona resa produttiva, altro motivo per cui veniva preferita dai viticoltori. C'è da dire che la Barbera mostra molte similitudini con un altro vino, altrettanto famoso, il Nebbiolo, ma se ne differenzia per la qualità dell'aroma e la facilità di coltivazione. Proprio questa sua caratteristica, le ha consentito di essere particolarmente studiata dagli esperti del settore, che sono arrivati a catalogarla in due distinte categorie: la prima è detta Barbera nera a peduncolo verde e la seconda è la Barbera nera con peduncolo rosso, le quali differivano solo per il colore del peduncolo. Un'altra categoria in cui esse sono state divise, è la Barbera vera, che dà vita a grappoli con acini grossi e allungati, poi c'è quella fine, che invece produce un numero maggiore di grappoli ma dotati di acini più piccoli. Questa differenza nella grandezza degli acini è stata spiegata dagli esperti come dipendente dalla tipologia di terreno e nella sua ricchezza in elementi nutritivi, oltre che all'esposizione agli agenti atmosferici e lo stato di crescita generale della pianta. Alcune tipologie di Barbera vengono anche utilizzati per creare vini dal sapore estremamente dolce, lontano dal gusto secco che ha caratterizzato i vini dopo la modifica delle tecniche produttive effettuate dal Conte Cavour.