L’Aglianico è un vitigno rosso dalle origini millenarie prodotto prevalentemente nel Sud Italia con particolare riferimento alla Basilicata ed alla Campania anche se non è raro ritrovarlo in Puglia ed in Calabria. (continua)
L’Aglianico è un vitigno rosso dalle origini millenarie prodotto prevalentemente nel Sud Italia con particolare riferimento alla Basilicata ed alla Campania anche se non è raro ritrovarlo in Puglia ed in Calabria.
Conosciamo più da vicino i principali tipi di vino che hanno origine da questo prezioso vitigno cominciando dal più rinomato Aglianico del Vulture. Come suggerito dallo stesso nome, la sua zona di produzione afferisce al Monte Vulture (circa 1300 m.s.l.) nel nord ovest della Basilicata, in provincia di Potenza. Si tratta di un vulcano ormai inattivo dove, però, i terreni hanno conservato tutte le proprietà necessarie allo sviluppo del vitigno, soprattutto per ciò che riguarda la presenza di potassio, elemento fondamentale per il corretto sviluppo della vite. Il clima di media collina, poi, contribuisce a rendere questa zona adatta ad una specie che teme il grande caldo ma anche le gelate autunnali. Le coltivazioni sono presenti tra i 200 ed i 700 metri s.l.m. e si tratta, come accennato in precedenza, di vitigni autoctoni importati dalla Grecia in tempi remoti.
L’Aglianico del Vulture ha ottenuto la denominazione DOC nel 1971 mentre quella DOCG nel 2010 modificando il nome in Aglianico del Vulture Superiore. La vendemmia inizia ad ottobre fino a circa la metà di novembre e la resa di uva per ettaro non devo essere superiore ai 100 quintali, così come la resa in vino deve rimanere al 70%. Tutto il processo di vinificazione, infine, deve avvenire nella zona indicata nel disciplinare. Sono circa 1500 gli ettari interessati dalla coltivazione dell’Aglianico e più di 50 le aziende che vi lavorano con una produzione di circa 4 milioni di bottiglie all’anno e più di 110 etichette. Grande motivo di orgoglio per queste aree di produzione, l’Aglianico del Vulture (spesso chiamato Barolo del Sud) è un vino molto conosciuto non solo su tutto il territorio nazionale ma anche all’estero dove ha ricevuto vari riconoscimenti. Secondo una leggenda fu proprio questo il vino offerto da Ulisse a Polifemo per ringraziarlo della sua ospitalità.
Si tratta di un altro grande vino prodotto questa volta in Campania sempre con il vitigno Aglianico ed interessa ben 17 comuni in provincia di Avellino il cui fulcro è appunto Taurasi, piccolo centro dalle antiche origini. Pare, infatti, fosse un borgo vinicolo conquistato dai Romani intorno all’ 80 d.C. Sono interessati poi i comuni di Bonito, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Fontanarosa, Lapio, Luogosano, Mirabella Eclano, Montefalcione, Montemarano, Montemileto, Paternopoli, Pietradefusi, Sant'Angelo all'Esca, San Mango sul Calore, Torre le Nocelle e Venticano. Nonostante si tratti, forse, di un prodotto meno conosciuto, anche in questo caso può e deve essere annoverato tra i più grandi vini non solo del meridione ma di tutto il territorio nazionale. Fonti del XVI secolo già citano la produzione di questo vino, con descrizioni dettagliate che ne esaltano il sapore e le qualità. La moderna produzione del Taurasi, tuttavia, può essere fatta risalire agli inizi del 1930.
Anche Il Taurasi è un vino che ha ottenuto il riconoscimento DOCG, prodotto con vitigni della tipologia Aglianico che su questi terreni campani riesce a trovare un substrato adatto per ottenere e conservare tutte le qualità organolettiche necessarie a creare un grande prodotto. Per questa tipologia di vino è permesso dal disciplinare l’utilizzo di altri tipi di vitigni a bacca rossa, la cui percentuale, però non deve superare il 15%. Sul territorio sono presenti numerose cantine vinicole presso le quali è possibile degustare non solo il Taurasi, ma anche i piatti tipici della cucina locale. Un vero e proprio richiamo irresistibile per tutti i buongustai.
Il colore di questo vino è rosso rubino particolarmente intenso, l’odore è pronunciato ed intenso mentre il sapore è asciutto e pieno. Secondo il disciplinare è obbligatorio sottoporre il Taurasi ad un invecchiamento minimo di tre anni, di cui uno deve essere fatto in botti di legno. Un invecchiamento pari almeno a quattro anni porta alla creazione della versione "Riserva".
Il grado alcolico è pari a 12,5°, l’ acidità totale minima è 5 per mille, mentre l’estratto secco netto minimo è pari al 22 per mille. Il vino deve essere servito ad una temperatura che varia tra 16° e 18° in un bicchiere ampio a calice. Il Taurasi si abbina perfettamente alle carni rosse, alla selvaggina ed ai formaggi stagionati e, comunque, a tutti quei piatti ben strutturati e saporiti, tipici della cucina regionale.
Il territorio campano, grazie al vitigno Aglianico, ci regala un altro vino DOCG, il Taburno, il cui territorio di produzione, come indicato dal disciplinare, è concentrato nella provincia di Benevento. In particolare sono interessati i seguenti comuni Apollosa, Bonea, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Foglianise, Montesarchio, Paupisi, Torrecuso e Ponte ed in parte il territorio dei comuni di Benevento, Cautano, Vitulano e Tocco Caudio. Anche in questo caso vi sono antiche testimonianze della produzione del vitigno sul territorio, risalenti al addirittura al II secolo a.C.
Sono arrivati fino a noi, infatti, anfore o parti di esse destinate al trasporto ed al commercio del vino. Tale vino era in gran parte destinato a Pompei. Lunga è, dunque, la storia dell’Aglianico del Taburno ed arriva immutata ai nostri giorni.
Per legge questi vini DOCG devono essere ottenuti da uve provenienti da vigneti del territorio beneventano con una percentuale di Aglianico pari all’ 85% e da uve di altri vitigni a bacca nera nella percentuale massima del 15%. E’ possibile individuare le seguenti tipologie di Taburno: rosso, rosato e rosso riserva.
L’Aglianico di Taburno Rosso si abbina perfettamente al pollame, alle carni rosse ed alla selvaggina e si consiglia di servirlo ad una temperatura di 18°. La varietà "rosato" è adatta in modo speciale ai dessert e deve essere servita ad una temperatura di 12° gradi. Di seguito vengono riportate le caratteristiche essenziali stabilite dal disciplinare per ciascuna delle diverse varietà.
Alla vista questo vino si presenta corposo con un vivace colore rosso rubino che con l’invecchiamento tende a diventare ancora più intenso. Ha un profumo deciso con un sentore di fragola e lampone ed un sapore forte ed asciutto. La gradazione alcolica è compresa tra 11° e 14° ed è un vino che ben si presta ad un invecchiamento di 3 anni (Vecchio) o 5 anni (Riserva) in botti di legno. Per apprezzarne al meglio le caratteristiche deve essere consumato ad una temperatura di circa 18°-20° utilizzando ampi bicchieri panciuti ed a calice così da poter ossigenare il vino con movimenti di rotazione per assaporarne in pieno il bouquet tipico di grandi vini rossi come questo.
Le qualità organolettiche dell’Aglianico lo rendono particolarmente adatto a piatti ricchi di sapore. Ben si accompagna, infatti, alla carne (bianca e rossa) cotta alla brace o al forno, alla cacciagione, ai brasati ed a tutti i piatti più rappresentativi della tradizione lucana, compresi i formaggi più saporiti. E’ utile segnalare, inoltre, la sua versione "spumante", da abbinare ai dessert.
La sua origine viene fatta risalire a vitigni portati dalla Grecia in epoche remote, forse intorno al VII-VI secolo a.C. Il suo stesso nome sarebbe legato ad una storpiatura dell’aggettivo "ellenico" introdotta dagli aragonesi nel XV secolo, anche se su questo punto non tutti gli studiosi sono concordi. Seguendo, tuttavia, questa origine greca, ne possiamo trovare tracce in alcune citazioni di Plinio il Vecchio che si riferisce ad una vite ellenica, forse proprio l’Aglianico, arrivata dall’Eubea sul nostro territorio. Tale teoria è stata supportata per molti secoli e fino al 1800 venne considerata come unica origine del vitigno.
L’ Aglianico contribuisce a creare molti vini eccellenti, punta da diamante nella produzione di alcune aree della Campania e della Basilicata. Poiché si presenta in varie zone d’Italia con diverse varianti, il Registro Nazionale delle Uve da Vino ha individuato due varietà principali: l’Aglianico di Taurasi e l’Aglianico del Vulture. Infatti quando si parla di Aglianico ci si riferisce, solitamente, al più noto Aglianico del Vulture che è il primo ad aver ottenuto la Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Molti altri , però, sono i vini pregiati ottenuti da questo vitigno. E’ d’obbligo ricordare, ad esempio, l’Aglianico del Taburno ed il Taurasi entrambi con certificazione DOCG e prodotti in Campania ed ancora il Biferno DOC (Molise), il Cilento DOC, il Galluccio DOC, il Sannio DOC (Campania), Il Castel del Monte DOC ed il Gravina DOC (in Puglia), il Savuto DOC (Calabria). A denominazione IGT vale la pena menzionare il Calabria, il Costa Viola, il Palizzi, lo Scilla (Calabria), il Colli di Salerno, il Paestum, il Roccamorfina (Campania), il Colli Aprutini, il Terre di Chieti, il Terre Aquilane (Abruzzo).
Il Vitigno Aglianico, nella sua generalità, predilige terreni di origine vulcanica, ricchi di sali minerali e preziosi elementi che contribuiscono a creare quelle qualità organolettiche uniche che si ritrovano nei suoi vini. Alla maturazione presenta un grappolo compatto, non troppo grande e di forma cilindrica. L’acino è piccolo ed allungato, con la buccia sottile ma resistente ed un particolare colore blu-nero.